martedì 25 aprile 2017

Perché un 25 aprile femminista

Quest'anno il #25aprile sarà femminista, perché una rivoluzione che abbia senso o è femminista, o non è. Sapevate che il 25 aprile 1945 Togliatti diede indicazione che le partigiane non sfilassero alle manifestazioni seguite alla Liberazione? "il popolo non avrebbe capito" (leggi: le avrebbe considerate presenze sconvenienti, probabilmente solo prostitute dei partigiani maschi). Quindi Togliatti disse: alle sfilate le donne non ci devono essereRiproponiamo qui un video che documenta non solo la storia delle donne nella Resistenza - ma anche come questa storia sia stata volutamente taciuta e ignorata; come ignorata è stata nei secoli tutta la storia delle donne.


ATTENZIONE: il video è stato immediatamente rimosso. Perché? perché la storia delle donne viene così sistematicamente oscurata??? DI QUESTO CHIDIAMO CONTO ALLA RAI, visto che la ragione sembra essere proprio la negazione, da parte della Rai, all'utilizzo di alcuni stralci di filmati storici.
La rete delle reti femminili ha montato questo filmato utilizzando contributi da molte fonti, tra cui il documentario di Liliana Cavani del 1965 "La donna nella Resistenza" (il solo che conosciamo che fu realizzato sul tema, con interviste a Germana Bordoni, Norma Barbolini, Adriana Locatelli, Gilda Larocca, Tosca Bucarelli, Marcella Monaco, Maria Giraudo, suor Gaetana del carcere di Santa Verdiana, Lidia Menapace, Maria Montruolo, Anna Maria Enriques Agnoletti e sua madre; sulla Resistenza delle donne è rimasto davvero molto poco: senza il prezioso lavoro della Cavani nemmeno questo video avrebbe potuto essere realizzato); ci sono inoltre contributi originali recenti, inclusi pezzi di interviste inedite. 
Ma perché le donne non dovevano esserci? non certo per la sciocca preoccupazione che fossero scambiate per "prostitute"; ma perché, tornata la "normalità", le donne dovevano tornare al focolare, archiviando il male necessario della loro pericolosa partecipazione alla vita sociale, che l'emergenza della guerra aveva imposto. Su questo tutti i maschi, di destra e di sinistra, si trovavano d'accordo. Ma questa domanda è correlata anche a un'altra: che ruolo ebbero le donne nella Resistenza di allora, e quale stanno avendo adesso? Un ruolo essenziale, insostituibile, senza il quale ogni nuova resistenza è destinata a fallire; ecco perché va riconosciuto, salvaguardato e valorizzato. 
E, oggi, una Resistenza strenua è in corso nel mondo, se non vi foste accorti, contro un'offensiva di proporzioni planetarie, per la riduzione dei diritti a favore di oligarchie autoritarie. Un'offensiva che non è esagerato definire neonazista e che vede in primo piano l'islamismo politico da un lato, e lobby economiche dall'altro, per il dominio sull'energia, l'alimentazione e la salute. Le donne sono in prima linea in questa battaglia: per la difesa del Pianeta dalla violenza dell'economia predatoria, per la libertà dei semi, per politiche di pace, per reagire all'emergenza climatica, contro ogni razzismo e per i diritti sessuali di tutti. Sono in lotta per i propri diritti - che sono specchio del livello di democrazia ovunque, e per i diritti di tutti gli esseri. Sul piano militare, pur promuovendo ovunque la Pace, le donne si impegnano se necessario anche a strenue resistenze armate: ed è dove le donne hanno davvero peso, che le potenti formazioni armate del cosiddetto Stato Islamico vengono respinte. Lo stesso non si può dire dove le donne sono relegate al mero ruolo di vittime. Là dove, grazie al ruolo delle armate femminili, l'Isis è stato respinto, è avvenuto - e sta avvenendo - qualcosa che ci riguarda tutti; di questo dobbiamo insistentemente parlare.
Come ricordava Marisa Rodano nel suo intervento alla Camera, il 25 aprile 2015: "senza le donne la lotta di Liberazione non sarebbe stata vittoriosa". Questo è vero anche adesso. Insegniamo ai nostri figli la Storia, e a cercare di comprendere il presente, perché il Pianeta, la vita e l'umanità non sono mai stati così in pericolo: nessun diritto è scontato: la libertà si conquista ogni giorno. Oggi le donne, più che mai, sono animatrici di questa resistenza permanente.

Di seguito il programma organizzato a Milano per il 25 aprile dalla rete #nonunadimeno di Milano:


Tutte sono invitate a partecipare:
1. vestendo colori dal fucsia al viola dovunque ti troverai durante la giornata
2. portando una stoffaalta 50 cm, lunga quanto vuoi e con dei legacci agli angoli, degli stessi colori, su cui avrai scritto il tuo messaggio: con le stoffe di tutte comporremo, durante il corteo, una lunga striscia che porteremo in piazza Duomo e poi all’Arco della Pace
3. facendo circolare nel corteo i volantini con gli 8 punti per il 25 aprile che distribuiranno le staffette della rete non una di meno
4. rinominando le strade che attraverseremo con i nomi di combattenti partigiane e delle Madri Costituenti





Questi gli appuntamenti:

Piazzale Cimitero Maggiore, Presenza al presidio 
9.30 Porta un fiore al partigiano con una corona d’alloro alla resistenza delle partigiane, le foto e le storie di partigiane milanesi e delle madri costituenti, le nostre parole e le nostre poesie

Piazza Duomo 
13:30 incontro sul sagrato e formazione delle staffette resistenti della rete #nonunadimeno che in bicicletta o a piedi si organizzeranno per portare nel corteo i nostri contenuti attraverso la distribuzione del manifesto della rete non una di meno di Milano e gli otto punti per il 25 aprile, rinominare le strade che attraverseremo dedicandole a donne partigiane, componendo la lunga striscia di stoffa che attraverserà il corteo,
17:00 ci ritroveremo tutte come rete nonunadomeno sul sagrato del Duomo con gli striscioni, le foto delle donne partigiane e delle madri costituenti, i cartelli con i nostri messaggi, la lunga striscia dei messaggi legati insieme...
17:30 partenza dal sagrato del Duomo del colorato e rEsistente corteo della Rete nonunadimeno, per raggiungere l’Arco della Pace  

Arco della Pace 
qui troverete il banchetto #nonunadimeno; e interventi #nonundimeno dal palco   

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