sabato 9 marzo 2013

Politica femminile è anche una giornata del fiocco lilla

Politica femminile sa che il privato è politico, e anche il corpo lo è.
E dunque anche ogni cosa che attraverso il corpo si esprime. Per esempio il dolore delle donne che si trasforma in atroce rapporto devastante con il cibo, quella incapacità di esprimersi e di dire: dire il terribile disagio di non essere come le ossessive immagini delle donne perfette che gridano da ogni rivista e da ogni muro... dire la sporcizia che ci ha marchiate per sempre da quando quello zio, o quel maestro, da piccole, ha abusato di noi... dire quell'impotenza e lo spavento di non avere un posto nella vita, un futuro davanti... dire quella solitudine, quel freddo di non sentirsi amate - non sentirsi amate abbastanza.
Quel dolore che, insieme alla crescente sessualizzazione delle bambine e al soffocante mono-modello femminile della donna ipersessualizzata, inchiodata alla competitività fra donne per modelli estetici irraggiungibili, ha fatto crescere in modo veritiginoso anoressia e bulimia. Un'epidemia inarrestabile che oggi minaccia da vicino anche tutte le bambine in età scolare; e, sempre più, anche uomini e ragazzi. 
Le istituzioni - salvo rari appelli che poi cadono nel vuoto - tacciono, da sempre. Nessuna legge, nessun serio programma preventivo, nessun riconoscimento della grave emergenza sociale rappresentata oggi da una malattia una volta rara, e che oggi rappresenta la prima causa di morte delle ragazze fra i 12 e i 26 anni. Un'altra forma di femminicidio, strisciante e di massa.
Fra pochi giorni è il 15 marzo: una data in cui, anni fa, una quasi bambina moriva, a soli 17 anni, di bulimia.

Da allora suo padre lotta perché questa data diventi giornata nazionale di prevenzione e lotta contro i disturbi alimentari, e questa'nno questo progetto verrà presentato a Milano, al teatro Leonardo da Vinci, con una serata di cultura e danza in cui, insieme ad altri 40 ballerini, danzerà come solista anche Mariafrancesca Garritano, che ha fatto propria questa battaglia. 
Perché lei è anche l'autrice di "La verità, vi prego, sulla danza", un libro da cui emerge una verità brutale, ma in fondo nota a tutti: messe sotto una forte pressione, e di fronte a modelli fisici molto difficili da raggiungere, le ballerine soffrono in molti casi di anoressia-bulimia. In tutta risposta, invece di precipitarsi a indagare, il Teatro alla Scala, dove Mariafrancesca era solista, pensò bene di licenziarla: e di questo noi donne dobbiamo chiedere conto.


1 commento:

  1. Giuliana Nuvoli: la battaglia per il fiocchetto lilla è di tutte le donne


    Quando hai bisogno di essere ascoltato, la sordità ti angoscia.
    Quando hai bisogno di essere visto, la cecità ti spaventa.
    Quando hai bisogno di risposte, il silenzio ti annienta.
    La nostra classe politica è troppo spesso sorda, cieca, muta. Il suo sguardo giunge allo specchio in cui si guarda e torna indietro, impietoso e inutile.
    E’ giunto il tempo di un ricambio che non è gener-azionale, ma di gener-e, col baricentro dell’azione che deve spostarsi dall’autoreferenzialità a una solidarietà attenta.
    E’ giunto il tempo che la politica diventi femminile, che si prenda cura dei suoi destinatari, che impieghi ogni sua risorsa ed energia per far star bene.
    Allora iniziare dall’educazione al rispetto: di sé, degli altri, delle regole. E continuare con la cura dei malesseri: la depressione, la bulimia e l’anoressia, fenomeni devastanti, figli spesso di una violenza iterata e ricattatoria; patologie che colpiscono sin da bambini, e a cui si presta troppa poca attenzione. Nelle scuole milanesi l’ABA ha iniziato da tempo ad essere presente e a parlare del problema; lo scorso anno, a suo supporto, ho presentato un progetto al Comune di Milano che prevede l’insegnamento sistematico della prevenzione della bulimìa e anoressia. Fenomeni che rientrano anch'essi nel quadro più ampio delle violenze contro le donne: ecco perché proprio Fabiola De Clercq, fondatrice dell’ABA, ha aperto il Convegno sulla Violenza sulla donna che abbiamo organizzato nell’Università degli Studi di Milano il 16 gennaio 2013.
    Il problema è drammatico e non più a lungo eludibile. Noi lo sappiamo; le donne lo sanno…. io, nelle scuole e in Università lo vedo, quante studentesse soffrono inascoltate. Ma politica e istituzioni si mostrano ancora sorde. Per questo saremo presenti e partecipi alla giornata del 15 marzo, nata in memoria di una ragazzina morta di bulimia. E saremo vicine a Francesca, che come tanti altri ha sperimentato la difficoltà di farsi ascoltare e la censura durissima del teatro alla Scala, che le ha fatto perdere il lavoro.
    Non si può cancellare ciò che accade; non si può accusare di menzogna chi urla la verità; non si può nascondere quello che ognuno vede.
    Voltiamo pagina con fermezza: se la battaglia è giusta non può essere persa. Questa è la battaglia del papà di Giulia, di Francesca, di Fabiola e di chi ha voluto questa giornata. Ma è anche la nostra battaglia: quella di tutte le donne che sanno come la bulimia e l’anoressia rappresentino uno dei peggiori inferni sulla terra.

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