venerdì 8 marzo 2013

Nell'8 marzo, da donna a donne: scrive Laura Puppato

Ringrazio il blog Politica Femminile per darmi l'occasione, proprio nel giorno dell'8 marzo, di fare una riflessione con tutte le altre donne, che sia anche un augurio. 
Sono felice di poterlo fare in questo giorno prezioso che celebra le lotte di tutte le donne per conquistare rispetto e piena cittadinanza, e nel quale un'autorevole associazione femminile lancia anche un'importante campagna: quella per candidare una donna a Presidente della Repubblica. Da donna a donne, devo dirvi che durante la difficile campagna per le primarie la vigile attenzione sul mio operato (e spesso il sostegno) delle donne è stata per me una spinta costante a sentire ancora più forte le mie responsabilità, e in me sempre più pressanti e imperativi gli ideali per un'altra idea di mondo.  Oggi, scoprendo non solo questo blog, ma anche tutti i blog regionali correlati (con i relativi richiami a una serie di petizioni dirette ai politici), ho ritenuto mio dovere approfondire le riflessioni che vi sono proposte: da cosa si intende per "femminile" a tutta una serie di prerequisiti che vengono sollecitati alle candidate donne.
E mi si è aperto il cuore. Perché vedete, le pressioni da parte dei cittadini (i nostri datori di lavoro!), per noi politici, non sono (o non dovrebbero essere) solo fastidi. Possono essere invece paletti che ci tengono saldi, che danno - a chi è davvero disponibile e intenzionato a farlo - l'occasione di impegnarsi pubblicamente, di prendere partito in un flusso più ampio, che mentre ci aiuta a tenere la rotta ci conduce più in fretta verso certi obiettivi. Non è una cosa da poco, credete, specie in un periodo storico in cui, grazie a leggi scellerate, e all'incancrenirsi di un sistema diffuso delle corruttele, l'alta politica sembra dissolta mentre la distanza fra i partiti e i cittadini è cresciuta in modo disastroso. Voglio dirlo chiaro: con tutto il cuore mi ispiro agli ideali e ai punti fermi che, con il post di Vandana Shiva e quello sui prerequisiti, avete posto all'attenzione della politica. Tutte le petizioni che avete indicato le sottoscrivo in pieno e quegli obiettivi mi impegno a sostenere.
E spero che il più alto numero di colleghe vorrà farlo, a prescindere dagli schieramenti. Queste sono battaglie civili, sono battaglie di tutti. 
Il pezzo che vi lascio di seguito l'ho scritto nel 2009, durante il mio mandato come sindaca di Montebelluna, e fu pubblicato allora da "La Tribuna di Treviso". Non ho cambiato parere. Come era ve lo ripropongo come mio contributo a questo blog, in quanto tratta, precisamente, proprio della politica femminile.
Buon 8 marzo, a tutte, nel senso migliore che possiamo dare a questa data.
Laura Puppato, 8 marzo 2013

Fare politica e governare da donna: una riflessione
Cosa significa rivestire il ruolo di sindaco (parlo della  mia esperienza a Montebelluna) o altri ruoli di amministrazione e governo, essendo donna?… Ci sono caratteristiche che vengono dalla storia e dalla cultura delle persone siano esse indifferentemente uomini o donne e altre che, invece, si ritrovano presenti, più frequentemente, in uno dei due generi.
Quando penso al mio modo di intendere  politica e amministrazione pubblica mi pare diverso, a volte profondamente diverso, rispetto ai miei predecessori o ad altri colleghi, il metodo scelto per amministrare; diversi sono anche gli strumenti adottati ma anche taluni obiettivi prefissati. 
C’è attenzione alle persone perché considero essere queste il vero patrimonio amministrato:  cittadini a pieno titolo dal più piccolo al più anziano, dal più umile al più ricco  compreso il personale dipendente al quale chiedo con chiarezza e decisione di operare nel rispetto di tutti e di impegnarsi seriamente nel servizio alla città.
Ho scelto di essere d’esempio nel lavoro di ogni giorno, che deve risultare proficuo e determinato a raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, considerando che l’esempio è appunto  il migliore e più efficace strumento  di traino e di reale condivisione dei problemi. Sono pochi gli ordini impartiti dall’alto, non c’è l’autorità precostituita alla quale avvicinarsi con ogni precauzione e alla quale spettino onore e privilegi.
Il senso del mandato è proprio nello stare tra la gente, nel trovare le soluzioni ai problemi, nel lavorare con interesse e pervicacia  volti a raggiungere lo scopo finale del benessere fisico e morale di ogni singolo cittadino.
A me sembra dunque che ci sia una differenza sensibile, nell'amministrare da donna o da uomo. Qualcosa che forse deriva da una forma mentis che si deve anche a una storia millenaria che ha visto le donne assumere in capo a se stesse, quasi sempre e solo, doveri e responsabilità senza l’abitudine a chiedere qualcosa in cambio. Benché sempre neglette e tenute a bada, le figure femminili sono state e sono struttura portante del tessuto della società: nella famiglia e nel lavoro - e quindi risultano presenti, affidabili e rigorose - perché questo è necessario per progredire,  permettere  la pacifica convivenza e sperare in un  futuro per i propri figli. La pace e il senso del futuro, vorrei dire, sono così obiettivi “naturalmente” - quasi fisicamente - propri della mentalità femminile. Senza generalizzare né fare luoghi comuni, mi riferisco alle esperienze personali, che coincidono con le evidenze statistiche.
Un po’ sentinelle un po’ muli, un po’ poetesse e filosofe, un po’ economiste e ingegnere… Difficile schedare con precisione le donne, poco inclini come sono ad una appartenenza acritica. Libere nel pensiero e nell’azione e coscienti che il valore delle cose è nel metodo con il quale si ottengono. Attente ai contesti e ai particolari, alla delicatezza dell’insieme, al pensiero che vola e arriva a meta, ai simbolismi.
Mi torna alla mente quale rappresentazione della diversità di approccio un luogo migrante che si chiama “il circo Bidone”: è un circo francese poetico e molto spettacolare insieme, lì ci sono i clown, come in ogni circo, ma in luogo dei leoni e degli elefanti tormentati ci sono  galline, gatti e cani che sembrano, incredibilmente, partecipi di una vita antropizzata senza essere vessati. La differenza sta nella grande semplicità con la quale vengono fatti partecipare allo spettacolo questi animali comuni,  ovvi e casalinghi, che pare abbiano sposato il vivere in simbiosi con gli uomini e le donne del circo: pare che nessuno ammaestri e domini, e che nessuno venga ammaestrato. Il che manda un senso di poesia e autenticità, lo spettatore ride e si diverte ma senza dileggiare gli animali, come rideremmo affettuosamente noi dei nostri animali che giocano con noi e fra loro. Chissà, forse è solo un'illusione, ma il senso vero del circo è in quello spettacolo semplice e diretto, dove ognuno ha il suo ruolo e tutti imparano a sorridere di se stessi, come in un film di Fellini.
Ecco c’è tanta idealità dietro l’azione femminile, certo c’è coraggio e onestà, attenzione all’ambiente, al  futuro e gioia di rendersi utili ma anche il senso, profondo, della vita con le sue luci e le sue ombre: l’ironia che nasce dal comprendere la relatività del valore dei beni materiali, che sviluppa la sensibilità verso i più sfortunati e la determinazione contro le ingiustizie.
Come disse Helmut Kohl, quando fu insignito del premio De Gasperi, solo gli idealisti sanno essere realisti, anche quando si è capaci di sognare resta comunque difficile realizzare una decente quotidianità, figuriamoci se si nasce già cinici e sconfitti. La politica al femminile è un orizzonte, e quindi idealità e sogno, in una quotidianità per raggiungerlo data dal lavoro e da molta, molta concretezza.
Laura Puppato, 2009

4 commenti:

  1. Grazie!!! non si poteva dire meglio e niente di più se non che mi sono commossa, come donna "condannata" a vivere in una narrazione maschile quando leggi parole come queste che ti stanno addosso perfettamente, che ti ci muovi dentro comodamente, non si può rimanere indifferente. Lei ci sta facendo un gran bel regalo, Grazie!

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  2. sarà più chiaro adesso perché durante le primarie Laura è stata sostenuta più da donne della base: cioè praticamente tutte FUORI dai partiti, quasi tutte fuori dal pd incluso) più che dal suo partito o dalle politiche stesse

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