lunedì 28 settembre 2015

Violento raid della polizia turca contro l'informazione curda

Oggi la polizia turca ha fatto irruzione in diverse sedi giornalistiche di lingua curda nella città (prevalentemente curda) di Diyarbakır, senza mostrare nessun mandato di perquisizione: ha arrestato 32 persone che vi lavoravano, collaboratori e soprattutto reporter e giornalisti, picchiando brutalmente alcuni di loro e sequestrando tutti i loro telefoni e ID.


Fra i giornalisti sequestrati ci sono: Müjdat Can, Dicle Müftüoğlu, Reşit Bayram, Ömer Çelik, Devren Toptaş, Mazlum Dolan, Nurettin Akyıldız, Siyabend Yaruk, Ercan Bilen, Ferah Kılıç, Meltem Oktay, Ramazan Ölçen, Zafer Tüzün, Zeynel Abidin Bulut, Besalet Yaray, Ferit Köylüoğlu, Mahmut Rubanas, Aziz Oruç, Ayşe Nevroz, Suzan Toprak, Nazemin Çap, Diyar Balkaş e Mehmet Alî Ertaş.
Secondo Alarabiya la notizia è stata riportata dall'agenzia turca Dogan news agency ma attualmente sul sito non se ne trova più traccia. Del resto, nemmeno i media italiani (e internazionali) ne parlano (almeno per ora). Del resto, questa non è che l'ultima di una numerosa serie di notizie (come anche questa) che ci dicono come tutto l'impegno militare turco, ben lungi dal contrastare l'Isis, sia rivolto contro l'opposizione interna e contro il popolo curdo - che inutilmente chiede aiuto
E intanto, nel silenzio, un popolo già vittima di un silenzioso genocidio, e che, per quanto stremato, da solo ha combattuto, e continua a combattere, seriamente contro l'Isis, viene giorno dopo giorno spazzato via.

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