domenica 8 dicembre 2013

Attacchi alle giornaliste, primarie del PD e difesa della #legge194

Giorni fa Politica femminile Lombardia aveva riportato la lettera di una nota giornalista colpita da parole come pietre per avere messo in luce la pericolosità, per la legge 194, di operazioni come i "cimiteri dei feti". Non ci sembra che in molti si siano espressi contro quel vergognoso articolo (per inciso, dello stesso "giornale" che crede che Mandela sia stato paladino, anzi padre! dell'apartheid).
Inaspettatamente lo fa oggi Laura Puppato, partendo proprio dalla necessità di difendere la legge (e in diretta relazione con la sua scelta di voto alle primarie). E per giunta lo fa postando sul suo profilo facebook una foto autoironica mentre al supermercato gira con il candidato nel carrello: per una volta il "prodotto uomo" lo compra una donna. Ma ci piace in questa foto anche la chiara allusione alla condizione dell'essere donna (con tutto il peso di ruoli e stereotipi che questo comporta), prima ancora che politica
Ecco il suo post:
Continuando a rimandare per mancanza di tempo, per ironia della sorte mi trovo a scrivere questo post nel giorno stesso delle primarie e proprio nel giorno dell’Immacolata: il che, per una credente come me, è un bel paradosso. Paradossale (ma solo per chi non sa o non vuol sapere) quanto dire: io sono contro l’aborto, per questo difendo la legge 194. Paradossale quanto il dover constatare che una buona legge sulla maternità e l’interruzione volontaria di gravidanza, quale è la legge 194, sia stata capace di dimezzare in 30 anni il ricorso agli aborti. I dati parlano chiaro.
Ma, ahimé - trovo inaccettabile che questo possa venire presentato come un “effetto positivo dell’obiezione di coscienza”, come ha adombrato Beatrice Lorenzin presentando la relazione del Ministero della Salute. No, mi dispiace, io non ci sto. 
Poiché io sono contro l’aborto, proprio per questo sento il dovere di difendere una legge che per lungo tempo ci ha difeso dal vero dilagare degli aborti, per giunta in condizioni pericolose e drammatiche per le donne. Poiché io sono contro l’aborto, proprio per questo in giugno ho presentato in Senato una mozione per chiedere garanzie in difesa della 194 e per il contenimento dell’obiezione di coscienza: senza mettere minimamente in discussione il diritto a obiettare, ma attivando strumenti perché la legge non muoia. Spiegando che la paralisi per obiezione di coscienza rende “sempre più difficoltosa la stessa applicazione della legge 194, [si verificano] aborti drammaticamente tardivi, [.. e] le donne si ritrovano a dover migrare da una regione all'altra o addirittura all'estero, mentre […] riemerge l'aborto clandestino con il malaffare collegato. Dato raccapricciante [..] confermato dalle scoperte di ambulatori fuorilegge: 188 i procedimenti penali aperti solo nel 2012, spesso contro insospettabili studi medici. Strutture controllate in numero crescente dalla delinquenza organizzata: l'ultima [..], gestita a Padova dalla mafia cinese. Traendo profitto dalla mancata applicazione della legge, si imbastiscono dunque affari lucrativi illegali che alimentano a loro volta altri illeciti [..] come lo spaccio di farmaci abortivi [..] con modalità pericolose e fuori controllo”.   Ed essendo contro queste tremende conseguenze dalla clandestinizzazione, mi schiero contro operazioni ideologiche come la promozione di “cimiteri degli angeliil cui scopo propagandistico risulta evidente considerato che la sepoltura cristiana dei feti è già garantita da una legge nazionale. Uno scopo propagandistico che prelude a tentativi di abbattere, magari con un referendum, un’ottima legge già da molti anni sotto gravissimo attacco
E anche per questo ho scelto di sostenere alle primarie Civati, che sui temi cari alle donne non è mai stato ambiguo. 
E per tutto quanto sopra, infine, difendo le donne impegnate su questi temi, incluse giornaliste come Marina Terragni e Lidia Ravera che sono state ignobilmente attaccate, da certa stampa di destra, addirittura con epiteti che sono un insulto all’intelligenza, come “nazifemministe che manganellano le donne”. No, cari signori, la morale è una cosa e il moralismo un’altra; e le manganellate a noi donne arrivano da altre mani, ad esempio da giornalisti come voi. (Laura Puppato, 8 dicembre 2013) Fonte: il Fatto Quotidiano


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