mercoledì 25 dicembre 2013

Intorno alla Vergine e alla sua (contrastata) amicizia con le donne

Grazie per l'ospitalità su questo blog: chiesta per proporre (come post di Natale!) una riflessione che mi sta a cuore. Su un tema assai controverso per le donne e che per le donne ritengo importantissimo: nientemeno che la Vergine Maria. 
Mi piace ridere ma, a dispetto del mio nickname, cerco di essere una persona seria, e quando sono seria ritengo un serio problema delle donne quella trappola per cui si continua a scambiare la "religione" con le interpretazioni dei peggiori nemici di ogni spiritualità: i manipolatori delle religioni, appunto, a scopi di potere. Ecco perché oggi, nel giorno della Natività, vorrei scrivere della Madonna. Ma non per polemicamente buttare "rosari fuori dagli ovari" - benché ritenga che la religione in nessun caso debba interferire con il libero arbitrio delle donne, e tantomeno con la 194, un'ottima legge che dobbiamo difendere con i denti, specialmente se nel senso migliore siamo contro l'aborto. 
Tornando a Lei - vorrei partire dalle parole di Luce Irigaray: «Molte pensano male della Vergine perché soggiogate da una cultura al maschile» [riproponendo quanto già accolto anche qui] - strana affermazione, si dirà, per una filosofa femminista del calibro della Irigaray. Ma strana non è: solo rivoluzionaria; un punto di vista che per le donne apre scenari nuovi, dirompenti in modo inatteso, a patto di dismettere ogni pregiudizio.
Oggi è Natale, ottima data in cui sollevare il tema del femminile nella spiritualità, a partire da quella cattolica: di una religione, cioè, di cui sono ormai sviscerati in ogni dettaglio i crimini contro le donne. Crimini operati, però, più che dalla religione stessa, dai suoi "conduttori"; i master and commander che in ogni religione sono sempre, inesorabilmente, maschi. I crimini di costoro sono una lunga catena, che storicamente attanaglia i popoli a tutte le latitudini; fra essi ce n'è uno, però, che è forse il peggiore. Sta alla base di tutti gli altri eppure non lo si guarda mai nella sua vera interezza. E' il crimine di avere assegnato alla divinità un sesso univoco e rigorosamente maschile, incuranti della blasfemia che questa visione comporta. Le conseguenze di ciò sono infinite, certo la prima è stata demonizzare la figura femminile. Ma non si parla mai del suo corollario di altrettanta gravità: l'esproprio (ai danni di tutti ma soprattutto di noi donne) del femminile nella divinità. 
"Né puttane, né Madonne" è un ottimo slogan, che ben inquadra la violenza dei ruoli, ma tirare la conseguenza che la Madonna sia un riferimento regressivo non è solo semplicistico: è anche un vero autogol. Prima di spiegarmi meglio ricordo che, storicamente, questa bellissima figura non è stata solo uno strumento di repressione, ma anche una grande risorsa e un vero e proprio appiglio per la parte femminile dell'umanità - ovunque la più oppressa.
La storia di Maria, infatti, in un'epoca storica in cui la donna era, ovunque, solo e per definizione schiava, fissa a lettere di fuoco, letteralmente, il concetto stesso dell'autodeterminazione della donna: ove, prima di affidarle l'incarnazione del divino, il Signore le chiese (non le impose: le chiese), di dire "Si". Argomento trattato ad esempio qui, da  Benigni:


Nell'evento dell’Annunciazione, dunque, il progetto stesso della salvezza divina è sottoposto a un sì (o al no) di una ragazzina di circa 16 anni. Non riconoscere il valore di quell’attimo (attribuendo a Dio una imposizione che cade dall'alto), secondo Irigaray «mina i fondamenti stessi del Cristianesimo».
E credo proprio che abbia ragione; del resto anche usare l'investitura religiosa come strumento di potere e di guerra mina l'essenza stessa del Cristianesimo; il che non ha mai impedito di farlo. Da parte mia aggiungo che la Madonna incarna la figura (presente in molte religioni), della dea Vergine, archetipo di un femminile totalmente autosufficiente in sè stesso, che come tale può generare senza il concorso maschile.
Per autosufficienza, appunto: non certo per un'imposizione di verginità da un qualsivoglia maschio! Una figura femminile che, in questo caso, è in un rapporto talmente intrinseco alla divinità da essere elevata alla condizione di Madre dell'Amore divino stesso: tu, Maria, Vergine e Madre, figlia del tuo figlio. E' un concetto del femminile talmente potente da far tremare i polsi. 

La sua ispirazione avrebbe potuto minare alla base lo strapotere maschile stesso. Si è dunque manipolato quel concetto come messaggio impositivo annichilente della femminilità: e questa è una truffa. Ma noi stesse rischiamo di avvalorarla: ogni volta che accettiamo questa versione come realmente "religiosa", in realtà confondiamo la religione con dogmi confezionati ai nostri danni dai dominatori patriarcali. Una cultura al maschile che ci soggioga (come appunto dice Irigaray) ci induce a svendere qualcosa che ci appartiene e di cui ci viene nascosto l'immenso valore.
Più in generale, sull'espropriazione che abbiamo subito, vorrei dire ai teologi d'ogni tempo: ci avete privato della verità fondante che il Cristo stesso è una figura profondamente femminile. E alle donne ferite dalla religione vorrei dire: riconsiderate le cose da un punto di vista femminile, e non da quello di chi ci ha truffate.
In un'epoca in cui i soli valori positivi erano quelli virili e marziali, lui, Dio stesso! il Re dei Re, si presenta disarmato e nudo, e letteralmente viene a sdoganare il lessico dell'inferiorità femminile: mitezza e tenerezza. Caratteristiche gradite, beninteso, negli schiavi, dunque nelle donne intese come proprietà - e per questa ragione a loro imposte. Ma che di per sè non erano doti affatto: erano semmai stigma di quanto di più svilente, in quanto contrario al concetto di "Uomo" nell'immaginario eroico della virilità che sottomette e conquista.
Bè, il Re dei Re le virtù virili le snobba. Le sue armi sono tenerezza e mitezza; e sul fatto che tali armi siano sinonimi e archetipi del femminile patriarchi e teologi hanno sempre glissato compattamente. 
Ponendo doviziosamente l'accento su povertà, umiltà e rinuncia, si è girata la frittata in modo di fare di questi messaggi lacci mortali contro i poveri e le donne, dimenticando di chiedere agli uomini (in quanto maschi) di seguire l'esempio del Cristo. 
Oggi più che mai, nel giorno della sua Natività, mi inchino a questo divino e a Maria, sua madre.
Vi saluto e ringrazio per l'ospitalità, augurando a tutte e a tutti buon Natale.
Vostra, 25 dicembre 2013

Ps - in tema, per chi volesse approfondire lascio due documentari interessanti: 
1. Gesù e la donna, di Werner Weick (sono 4 video, dal primo arriverete agli altri), e 
2. una lectio di Dario Fo: Gesù e le donne (sono 7 brevi video, come sopra). 
Di seguito, infine, alcune preziose citazioni da un'intervista a Luce Irigaray.
Sull'apporto culturale del Cristianesimo
«Penso che tale contributo non sia ancora bene inteso né trasmesso, salvo talvolta da artisti, mistici e poveri in spirito. Suggerisco solo qualche insegnamento che, secondo me, risulta dalla tradizione dell’incarnazione divina. Anzitutto, riconoscere la necessità del ruolo non solo naturale ma anche spirituale della donna per la ‘redenzione’ e il compimento dell’umanità. Quindi, superare le divisioni che regolano la nostra cultura, in particolare fra corpo e anima, carne e spirito, natura e cultura, perfino umano e divino. Ammettere che l’amore, compreso quello carnale, è ciò che può condurre all’unione di queste spartizioni sbagliate, ereditate da una logica filosofica che pretende di dominare la natura invece di coltivarla. Ancora: non svalutare la generazione naturale rispetto alla creazione e mettere questa al servizio dello sbocciare della natura stessa, da rispettare come corpo vivente e ambiente. Scoprire, inoltre, che la trascendenza può anche essere sensibile e incarnata, sviluppando gesti e parole che favoriscono il suo emergere. Infine, coltivare il desiderio come dimensione umana che ci spinge a trascenderci, e non dimenticare il valore dell’invisibile e del toccare come via dell’incarnazione».
Sul silenzio
«Sono una donna. Se non accetto che il silenzio mi sia imposto per lasciare il posto a una parola che sostituisce la mia, conosco anche il prezzo del silenzio. So che può rappresentare un luogo di ritorno a sé, di preservazione ed intimità con se stessi. Non si può dire tutto, e una parola che non si radica nel silenzio non corrisponde a una parola incarnata. Il silenzio non è necessariamente assenza di parole, ma riserva di parole o eventi futuri la cui manifestazione è ancora sconosciuta. Il silenzio di Maria testimonia il mistero di una carne capace di portare alla luce ciò che non è ancora accaduto né apparso a livello di generazione. Il silenzio può essere il custode della soglia fra il dentro e il fuori. Esso consente di recuperare un’integrità, si può dire anche verginità, fisica e psichica. Un modo di rendersi disponibile per ascoltare e accogliere il non ancora conosciuto, per avvicinarsi all’altro come altro».
Sul sentire religioso
«Per favorire un dialogo tra diverse famiglie culturali o religiose conviene non insistere sulla parola ‘credenti’ e interrogarsi sulla via che permette all’umanità di raggiungere il suo compimento. Non intendo cadere in un relativismo nichilista, ma rispettare l’apporto di ogni tradizione dell’umanità. Per quanto mi riguarda, direi che l’avvicinamento alla tradizione dello yoga mi ha permesso di scoprire aspetti della mia tradizione che non avrei percepito senza dialogare in me stessa con diverse tradizioni. Per esempio l’importanza del respiro mi era stato insegnato come una componente essenziale dell’incarnazione del divino. Avevo sentito parlare del soffio di Dio e dello Spirito Santo come soffio. Ma senza una pratica quotidiana dello yoga non avrei capito il senso di tali parole nella mia propria tradizione. Non dobbiamo temere di aprirci ad altre tradizioni per portar loro, ma anche riceverne, qualche luce. È così che ho imparato che un amore senza respiro o un respiro senza amore non bastano».
[l'immagine in alto, della Madonna femminista che corre con il serpente in mano, è un autoritratto di Yolanda Lopez nelle vesti della Vergine di Guadalupe. Sempre della Lopez sono le Madonne di quest'ultima figura]:

E concludo con un omaggio alle acque che nei culti sincretici rappresentano, appunto, l'energia della Vergine: 


20 commenti:

  1. interessante e divergente questa interpretazione "femminista" della Madonna .
    Io da agnostico e anticlericale continuo a guardare con sospetto la religione e ogni tentativo di negare il ruolo del sesso e dell'eros (legato all'amore o meno che sia) nell'umanità.
    Questo con tutto il rispetto per le scelte e le convinzioni di ciascuno.
    Consiglio, per sentire un'altra voce, anche la lettura del Vangelo secondo Gesù Cristo di Josè Saramago

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    1. Gesù mite e tenero..però sapeva anche incazzarsi, vedi i mercanti nel Tempio
      "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!" (Matteo 10,34)
      poi sulle virtù virili e femminili il discorso è complesso e sfaccettato..è scontato dire che mitezza e rabbia di fatto possono appartenere ad entrambi i sessi, vissute in maniera diversa o meno. Alla fine noi tutti siamo un mix di natura,educazione, cultura e storia ma ciò non ci rende eterodiretti..decidiamo noi nel bene e nel male compatibilmente con le circostanze

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    2. Paolo grazie dei tuoi commenti; direi che non solo "mitezza e rabbia di fatto possono appartenere ad entrambi i sessi", ma quando parliamo di "maschile" e di femminilie" non parliamo necessariamente di uomo o donna: entrambi i sessi hanno in sè sia il maschile sia il femminile, e il guaio nasce solo dall'eccesso.. discorso lungo, certo non si può liquidare via commenti; ma è bello iniziarlo. :-)

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    3. Mi spiegate come può un sito che si dichiara femminista o femminile, dare spazio ad un articolo palesemente sbagliato dal punto di vista teologico? Maria non è una Dea, lei stessa si dichiara serva, è sottomessa e obbediente a gesù, la cui maschietà è considerata, per natura ipostatica, divina. Ho esposto a lungo tante citazioni teologiche ed esegetiche, che smentiscono quanto scritto da "superficaoca" ma gradirei, sei possibile avere una risposta per mail:
      figliadellaluna86@gmail.com

      è aberrante vedere che delle donne si lascino mettere fumo negli occhi, in merito ai simbolismi cristiani. dopo 2000 anni di oppressione misogina non avete ancora capito che il concetto di dio è virato solo al maschile (con quello che significa, ovviamente) e che maria, il suo concetto, legittima tutto questo? ma c'è davvero bisogno di una rilettura "femminista" di maria? ma quale rilettura, rilettura di un simbolo opprimente, nato già con l'intento di opprimere? questo articolo andrebbe corretto, perché è totalmente disinformante e non riporto alcun contributo teologico VERO (tanto più che ho dovuto linkarli io) all'analisi di maria. che non è elevata "al piano divino" come scrive la signora di questo pessimo scritto, ma resta ben sottoposta al maschio divino gesù, unico centro del cristianesimo, a cui si deve, per di più "la genialata" di rivelare che dio è solo padre.
      E voi permettete che una signora, palesemente a digiuno di teologia cattolica ed esegesi si inventi "quello che secondo lei è maria", col pericolo che poi, altra gente, disinformata sulla Scrittura, e sulla teologia, le vada dietro?
      Se volevate dare spazio alla spiritualità femminile, potevate parlare di Wicca e delle tante vere Dee (Iside, Kali ecc) e non certamente di maria, che non solo non è una Dea, ma non è neanche una donna libera, sessuata e intellettuale: ribadisco, è esattamente l'opposto. e invito la signora o signorina di tale articolo a leggersi bene i miei commenti e ad aprire i relativi link che ho messo (oltre che ad aprire il vangelo a Luca 1,38): potrà vedere lei stessa che maria legittima di fatto la sottomissione femminile, non solo facendola passare come "voluta da dio e conforme al suo piano" ma anche "piena di gioia" (vedi il Magnificat). e questa signorina ci vede "femminismo ed elevazione della donna", completando il ridicolo accostandola a Yemanja, Dea di origine africana che precede il mito di maria, e che non ha nessuna delle valenze teologiche associate a maria!

      E cristo non è né androgino, né femminile in quanto maschio, e "figlio dell'altissimo". Vi informo anche che fu circonciso, e che da sempre è esistito il "culto del sacro prepuzio", ovvero un culto fallico
      https://it.wikipedia.org/wiki/Santo_prepuzio

      e con queste premesse e argomentazioni misogine insite nel cristianesimo, la signora superficaoca ci vede femminismo ed emancipazione!

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    4. Rispondo a tutti , verginità si intende una bambina violata del suo libero arbitrio , cioè libera di scegliere una professione o lavoro x automantenerssi,togliere a una persona il diritto di autodeterminarsi ,, scelta dell' islam e di tutte le forme di misogena maschili, non dimenticando che l' islam ha perseguitato in accordo con la chiesa la persona , essere assunta significa scaricarle addosso ogni possibile colpa o usarla come simbolo da colpire nella psiche e nel corpo ,di lei gli uomini volevano non arrivasse alla mietitura ,soldi successo visibilità .Peggio le donne che hanno acconsentito . verginità come un cervello colpito che non DEVE ASSOLUTAMENTE DARE FRUTTI .VERGOGNA .Avete scritto di tutto ma lei ha visto tutto pure la sua crocifissione , ogni stirpe ha scagliato contro di lei tutto ,le icone con le spade al cuore sono la conferma dei colpi subiti la corona di spine è simbolica , in testa schiacciarle il cervello, al cuore non farla camminare nel mondo .

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  2. ..and, :
    http://americamagazine.org/node/149188

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    1. :-)
      http://feminismandreligion.com/2012/04/05/mary-mother-of-god-or-goddess/

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  3. interessanti i link lasciati da diversi commenti; qui una riflessione di Luisa Muraro su religione e femminismo:
    http://www.donneuropa.it/politica-ed-economia/2013/11/15/femminismo-religione-relazione-possibile/

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  4. "Si quedase aquí a unas horas, mi madre vendría a mí, desde
    aquel ángulo en sombra, y arañando por los muros cuajados de
    gestos anchos, yo descubriría mi propio semblante"
    queste sono parole di Gabriela Mistral.. che non so perché mi sembra stiano bene qui.
    Un'altra cosa che vorrei lasciare qui è il racconto della "Madonna di Trebklinka":
    http://tuttigliangeli.blogspot.it/p/meditazione-sulla-madonna-sistina-un.html

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  5. Luce Irigaray: Maria ascolta il respiro del cuore http://27esimaora.corriere.it/articolo/luce-irigaray-il-mistero-di-marialei-ascoltava-il-respiro-del-cuore/

    interessanti anche i commenti al pezzo: un piccolo vomitatoio di odio bigotto e oscurantista. Non sia mai che una femminista si azzardi a parlare del divino!
    baci a superficaoca
    Mari

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  6. Ovviamente che maria si autoproclama la serva del signore, che NESSUN PAPA O TEOLOGO l'ha mai definita divina, essendo sottomessa e obbediente a cristo, lui sì, unico dio, che la sua verginità significa asessualità frigida, che in nome di maria si sono oppresse le donne, proprio perché lei si dichiara serva e pronta a venir fecondata all'istante, sono tutte argomentazioni teologiche che l'autrice dell'articolo/video non affronta.

    p.s suggerisco uno studio approfondito della mariologia: maria non è una dea, non è una semidea, è sottomessa a cristo: volete restare cristiane? ebbene, restatici. Ma allora accettate che questo vostro dio si manifesta esclusivamente in un maschio e rivela un dio esclusivamente padre. nei vangeli, maria, vale meno che niente, come fanno notare evangelici e protestanti, e non i cattolici, notoriamente ignoranti in esegesi biblica.

    Allucinante: prendete maria come simbolo del femminismo, quando è lei stessa (e il suo mito, ideato dai maschi) a legittimare la disuguaglianza sessuale in terra: lei è il vaso passivo e obbediente che accoglie la fecondazione di un dio mascolino, a cui va tutta la gloria. Ma non c'è verso che queste signore, che scrivono di maria, studino un po' di teologia.

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  7. Vi lascio anche qualche INFORMAZIONE UTILE, su maria, così come è descritta NEI VANGELI, per farsi UN'IDEA CORRETTA di lei:

    Sito di cristiani non cattolici: http://eresiechiesacattolica.blogspot.it/2013/07/confutazione-delle-eresie-dette-su.html

    tanto per mettere i puntini sulle I a cose come "immacolata", o "gesù ama la sua mammina regina del cielo" del tutto assenti nei vangeli.

    Analisi alla simbologia della "vergine madre obbediente" tratta da Ida Magli, "La madonna" (1989), citazioni varie e commenti miei personali:

    in teologia cattolica, maria è considerata vergine prima della fecondazione (e il simbolismo sessuale del dio maschile “che la rivendica per sé come concubina da fecondare” è ancora più forte), vergine durante il parto (“il sigillo verginale” come lo chiamano i teologi e i papi, non viene “rotto” da gesù mentre nasce…) vergine dopo (quindi non ha mai fatto sesso con giuseppe, o non ha mai provato piacere sessuale): sia perché “non era concepibile” che la donna che dio (maschile) ha scelto per sé fosse penetrata da un altro maschio (giuseppe) sia perché era inammissibile che tale femmina “preservata dal peccato” avesse desideri e stimoli sessuali, al pari di tutte le donne.
    in alcuni santini (specie maria bambina o madonna di loreto) maria è tutta imbozzolata, perfettamente chiusa e sigillata.

    Ida Magli (donna che poi si dichiarò antifemminista, durante l’ultima fase della sua vita) nel 1989 (quando il cervello le funzionava ancora…) nel libro “la madonna”, scriveva: “Quando i maschi parlano di “desiderio” (e lo fanno di continuo anche nei commenti biblici a partire dal Decalogo che comanda di “non desiderare la donna d’altri”) a che cosa si riferiscono se non all’erezione del pene? Né si dica che degli “organi” in filosofia o in storia non si parla perché, per quanto riguarda le donne, non si è fatto altro. Basterebbe il linguaggio con il quale la chiesa tratta della madonna, perfino nelle preghiere liturgiche, per rimanere traumatizzati dalla brutale concretezza dei termini e dei concetti.
    “Non horruisti Virginis uterum”, canta esplicitamente il Te Deum. Sarebbe sufficiente quell’espressione così forte, quel “non horruisti”, “non hai avuto timore dell’utero, non ti sei ritratto con orrore di fronte all’utero” a far comprendere cose non dette. Gli inni alla madonna ripetono sempre gli stessi termini e gli stessi concetti:
    “La dimora verginale è ormai pronta/la vergine maria, il sacrario delle nozze del Verbo con la carne, l’animato roveto che il fuoco di un parto divino non consumò/la sola che senza il piacere dei sensi è divenuta gravida e senza dolore ha partorito/cresce il grembo della Vergine ma resta intatto il chiostro del pudore/dal grembo casto e regale avanza come dal suo talamo l’eccelso Dio-Uomo…”
    Vergine, vergine, vergine: questa parola che ha ossessionato le donne testimonia unicamente dell’esperienza che il maschio fa attraverso il pene della conformazione interna del corpo femminile. Nessuna donna, altrimenti, avrebbe saputo dell’esistenza dell’imene (termine che soltanto i maschi possono aver inventato).”

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  8. “La prova più convincente la si trova, come sempre, nel cristianesimo dato che il cristianesimo ha tentato di portare a compimento, di condurre alla realizzazione perfetta, servendosi della trascendenza, ogni desiderio, ogni aspirazione degli uomini. La madonna incarna non soltanto quell’ideale di donna senza mestruazioni, totalmente chiusa, prima durante e dopo il parto, vergine madre, che i maschi inseguono ovunque (…) gli innumerevoli santuari mariani, le infinite statue della madonna (…)”

    “E’ questo un modello che non può essere liberatorio per le donne poiché “santifica” il loro sfruttamento e la loro sottomissione passiva. Presentare Maria, con tutti i dogmi che dal 431 al 1950 sono stati proclamati attorno alla sua figura (maternità di Dio, verginità prima e dopo la nascita di Gesù, immacolata concezione, assunzione al cielo), come la grande eccezione fra le donne, vergine perpetua e madre, non fa che rafforzare le strutture e gli atteggiamenti patriarcali. Attraverso la verginità, che rappresenta il tentativo maschile di rinascita spirituale indipendente dalla femminilità carnale, “la mariologia ufficiale convalida la doppia ossessione delle fantasie maschili verso le donne ed il bisogno istintivo di ridurre la femmina a veicolo perfetto delle esigenze del maschio e a strumento del predominio maschile, mentre legittima pure il bisogno di ripudiare la femmina come fonte di tutto ciò che trascina il maschio alla corporeità, al peccato e alla morte.”

    “La domanda messa in bocca a Maria, serve, come artificio retorico, per far dire all’angelo che non sarà un maschio terreno a fecondarla, ma Dio stesso. L’omba di Jahvè e le ali d’uccello sono il simbolo della potenza creativa di Dio. Sia il concetto di omba che quello di uccello che stende le ali, che vola, si richiama alla potenza sessuale virile in atto, tanto che le rappresentazioni falliche con le ali sono presenti in tutto il contesto mesopotamico, egizio e greco romano. Dio è potenza virile in assoluto; la sua mano è come il suo braccio alzato, simbolo del pene. Discende da qui la preminenza della mano destra: il membro è uno solo. Per lo stesso motivo si alza il pollice, piccolo pene, per segnalare la buona riuscita di un’azione, la vittoria.
    Dio, dunque, feconda, coprendo Maria, con le ali della sua potenza, quel misterioso Spirito Santo che sembra essere la personificazione della potenza stessa, ossia della virilità di Dio (…)
    Il corpo femminile è “il contenitore” della cosa più sacra: l’essenza della mascolinità, lo sperma. Deve, quindi, essere totalmente puro da qualsiasi altro contatto.”

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  9. “La teologia cattolica ha costruito a poco a poco, con la “madonna”, quello che gli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi hanno desiderato e tentato di costruire con le donne. La verginità prima, durante, dopo il parto, garantisce la chiusura nel momento più drammatico di comunicazione con il trascendente: l’apparizione del figlio. Ma non basta: la necessità che questo corpo sia privo di qualsiasi contaminazione sessuale ha guidato i teologi fino al dogma dell’immacolata concezione: la madonna perde qualsiasi concretezza biologica e diviene ciò che gli uomini desiderano: un corpo femminile perfettamente chiuso. Pertanto la madonna, priva del peccato di origine, non ha le mestruazioni, viene fecondata senza la rottura dell’imene e partorisce senza doglie e senza puerperio.”

    “Vergine, vergine, vergine…, questa parola, che risuona di continuo, riflette, senza che più nessuno si accorga della sua fisica brutalità, la vera ossessione degli uomini: la madonna, finalmente, è una donna chiusa, prima, durante e dopo il parto.”

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  10. Resta da capire perché un simbolismo così brutto, misogino e osceno, quell’idolatria di un imene (e non di una donna intera, perché non si adora maria né come dea, né come semidea, ma neppure la si venera come donna, in sé, ma piuttosto come particola vaginale sempreintatta, per di più obbediente a cristo e a lui sottoposta: le valenze servili di maria sono un altrettanto scandalo misogino; persino il suo imene – oltre che il suo utero – è cristocentrico: non serve a lei, ma a maggior gloria del feto di cristo…)
    piaccia così tanto alle donne, che proprio non vogliono capire che il 98% del male che la condizione femminile ha patito deriva proprio dal simbolismo di maria (oltre che di dio)

    Voglio anche far notare che non sono solo le donne anticristiane ad andare contro il mito di maria: alcune cristiane, come Patrizia Gamba o Lidia Menapace hanno sottolineato gli aspetti deleteri di questa figura: non solo vergine asessuata, ma anche servile e “strumento di dio” e “predestinata da tutta l’eternità ad essere madre”, che di fatto, la rende più simile a un robot programmato, che non ad una donna:

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  11. “Anche attraverso il processo di snaturalizzazione della figura di Maria trova nuovamente espressione l’angoscia nei confronti della sessualità e l’ossessione della castità che sono in relazione anche con il celibato, altra contestata istituzione ecclesiastica. “Forse questi eccessi mariani sono anche dovuti al fatto che la gerarchia cattolica, maschilista e sessuofoba, per poter proseguire nella sua più o meno mascherata emarginazione delle donne, ne esalta una, illudendosi così di saldare il conto con quei miliardi di donne che ha offeso e continua ad offendere e a subordinare al potere maschile.”

    p.s faccio anche notare che se la storiella cristiana è vera (cosa comunque irrilevante, dato che i concetti cristiani che formano il trinomio dio padre-redentore-vergine maria esistono comunque, anche se sono fandonie inesistenti e mai successe storicamente), la signorina maria, al momento della fecondazione, aveva 14 anni o poco più. Cosa ne dobbiamo dedurre, di un dio che si feconda una ragazzina, per di più, con questa ossessione perpetua di un imene, che viene “preservato” per evitare “la rottura”? cos’è, un dio talebano?? una dio a cui non andava bene una donna con la vagina aperta, come a tutte le donne normali?! un dio dall’ossessione ginecologica delle più perniciose e volgari.

    Riflettano le lettrici e si diano le risposte.

    Alla luce di tutto questo, (MOTIVI TEOLOGICI VERI E NON FANTASIE PERSONALI DESUNTE DAI BEI SANTINI) "maria era femminista", "maria era emancipata" e altre cacofonie se le potrebbero anche risparmiare, certe scrittrici o autrici di video su youtube. Non solo non citate neanche la vera teologia cattolica, che non hai mai affermato che maria sia una dea, ma neanche è paritaria a cristo: infatti, citando da un sito di teologia cattolica:

    http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/maria%20corredentrice.htm

    Prima obiezione

    Chiamare Maria «Corredentrice» significa metterla allo stesso livello di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, facendo di lei quasi una quarta persona della Trinità, una dea o una quasi deadivina, il che è una bestemmia all'orecchio di ogni vero Cristiano.

    La Chiesa Cattolica nel fare uso del titolo Corredentrice applicandolo alla Madre di Gesù, in nessun modo mette Maria allo stesso livello di uguaglianza con Gesù Cristo, il Divin Redentore. C'è una differenza infinita tra la divina persona di Gesù Cristo e la persona umana che è Maria. L'insegnamento papale ha fatto uso del titolo «Corredentrice» per riferirsi all'unica partecipazione della Madre di Gesù nell'opera della Redenzione umana, con il suo divin Figlio e sottostante a Lui.

    Il termine «Corredentrice» è correttamente tradotto «la donna con il redentore» o ancor più letteralmente «colei che riacquista con [il Redentore]». Il prefisso «co» deriva dal Latino «cum» il che significa «cum» e non «uguale a, pari a».

    Corredentrice, quindi, applicato a Maria, si riferisce alla sua eccezionale cooperazione, in unione e subordinata al suo divin Figlio, Gesù Cristo, nella Redenzione dell'umana famiglia, come manifestato nella Sacra Scrittura"

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  12. ma non è neanche un modello sessuale di donna: è venerata per un imene sempre chiuso, quando le donne vere questo imene possono anche non averlo, e non sono meno degne; è considerata "immacolata" per tanto, senza alcun attributo "basso di sessualità femminile" (alcuni teologi le hanno persino negato un ciclo mestruale!). è un modello opprimente e offensivo di femminilità, masochistica, votata al sacrificio di sé e all'idolatria di un dio maschile, che prima se la feconda, e poi si fa partorire e servire.
    e questo sarebbe femminismo, emancipazione per la donna. sì, sì, certo, esattamente come lo sono i talebani, anche quelli sono emancipatori della donna...

    Mi chiedo che razza di femminismo o di idolo femminile potete costruire da maria, da una che nel vangelo per ben due volte si proclama "serva del signore"!
    http://www.parrocchie.it/monreale/sangiuseppe/M01MariaServa.htm

    Ribadisco: chi ha scritto l'articolo, almeno, una paginetta di vangelo, l'ha letta, si o no? Mica vi si chiede di studiare i tomi di mariologia nei secoli, basta semplicemente aprire il vangelo a Luca, o leggersi i commmenti a questo "bel titolo" che una donna, supposta donna di secoli fa, dichiara di se stessa:

    Maria si pone in ascolto della Parola di Dio, dà il suo consenso e si dichiara "la serva del Signore". Questo è l'unico titolo che usa per se stessa. Dichiarandosi serva, Maria esprime sottomissione a Dio, appartenenza a Lui, consapevolezza di collaborare con Lui. Vuole che Dio adoperi la sua persona e che realizzi in lei i suoi progetti.

    e voi ci vedete del femminismo! Allucinante!

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    1. capperi, vedo che l'ultimo commento, come se chi scirve non avesse letto niente del testo, si sdraia (di nuovo) sulle posizioni teologo-maschiliste.. e si chiede: "chi ha scritto l'articolo, almeno, una paginetta di vangelo, l'ha letta, si o no?" e le rigiro la domanda: tu l'hai letto? nel Vangelo non c'è UNA sola parola contro le donne, anzi. C'è la condanna della lapidazione, con l'assoluzione dell'"adultera"; c'è l'affidare la testimonianza della resurrezione a SOLE donne in una società in cui (come ancora nell'islamismo odierno), la testimonianza delle donne con contava nulla; c'è un Dio mite (come dice anche il post), che rinuncia a ogni vendetta e trasforma in virtù le caratteristiche cosiddette "femminili" (e dunque fino all'epoca oggetto solo di disprezzo).
      Per inciso ricordo che "immacolata" concezione NON ha mai significato (come pensano tutti gli ignoranti che, appunto, il Vangelo non lo leggono) che Maria ha concepito senza sesso (altra cosa comunque importante, per la valenza descritta nel post), ma che lei è stata, unico essere umano, concepita senza peccato originale.
      E sul Dio maschile: altra panzana: Dio è spirito e dunque non sessuato (checché abbiano voluto farci credere); ma anche simbolicamente, la Trinità è più equilibrata di quanto ci abbiano dato a bere, essendo lo Spirito Santo la stessa cosa che la Ruah ebraica
      http://www.chiesavaldesetrapani.com/public_html/it/con-occhi-di-donna/247-volto-femminile-di-dio
      Infine, sul "servire": che c'è di male, nel servizio fatto per amore? dovremmo invece iniziare a dire che i maschi che dovrebbero imparare a servire per amore, anziché scomandazzare per presunto diritto.
      Resta poi il pieno diritto di ciascuno di rifiutare qualunque religione, ma qui stiamo parlando di significati, non di fede.

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